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Demetra e Kore
Visitando il Museo Archeologico di Aidone (Enna), si resta colpiti da due figure sedute affiancate, grandi poco più del vero, raffiguranti le dee Demetra e Kore.
Osservandole risaltano teste, mani e piedi di marmo su corpi composti da armature metalliche drappeggiati di tessuto, impostazione espositiva che ripropone la tecnica acrolitica che prevedeva appunto teste, mani e piedi di marmo o avorio, innestate su corpi di legno rivestiti di stoffe.
Gli acroliti del Museo di Aidone, databili intorno al 530 a.C. provengono dal territorio di Morgantina, sono il più antico esempio conosciuto di questa tecnica e rappresentano uno dei più raffinati esempi di scultura greca di influsso insulare.
Le due dee hanno una storia affascinante collegata alla grande produttività cerealicola dell’area tra Enna e Morgantina, ove il culto di Demetra e Kore era particolarmente sentito e sembra essere nato uno dei miti più affascinanti dell’antichità classica che motiva l’alternarsi delle stagioni.
A tale proposito, si narra che Zeus e Demetra avevano una figlia di nome Kore (chiamata anche Persefone). Un giorno mentre la giovane raccoglieva fiori nella pianura sotto il monte Nysa, vide spuntare nel prato un bellissimo narciso. Kore stupita protese la mano per raccogliere il fiore ma improvvisamente alla base del narciso si aprì una voragine da cui emerse Ade, re dei morti che afferrandola la portò con sé negli inferi per sposarla.
Non vedendo rientrare la figlia, Demetra, vagò per nove giorni alla sua ricerca, finché stanca si fermò ad Eleusi prendendo le sembianze di una vecchia. Qui la figlia di re Celeo non sapendo chi fosse ne ebbe compassione, danzò per distrarla e la portò alla reggia ove fu bene accolta. Grata, Demetra donò a Trittolemo, primogenito del re, un chicco di grano, seme ancora sconosciuto ai mortali, insegandogli il modo per farlo fruttare. Nacque così l’Agricoltura.
Fu Elios, rivale di Ade a rivelare a Demetra che la figlia era stata rapita dal dio degli inferi e che Zeus era favorevole alle nozze. Allora Demetra, in preda all’ira fece appassire ogni pianta sulla terra. Zeus provò a convincerla a rimettere tutto a posto, ma Demetra rispose che non l’avrebbe fatto fino a quando Kore fosse stata costretta a vivere nel mondo sotterraneo. A quel punto Zeus chiese ad Ade di restituire la giovane. Ade acconsentì, ma era accaduto che negli inferi a Kore era stata offerta della frutta, e lei aveva mangiato semi di melograno, il cibo dei morti, senza sapere che chi mangia quei frutti è costretto a rimanere negli inferi per l’eternità. Per questo motivo Kore pur tornando sulla terra è obbligata a trascorrere un terzo dell’anno con Ade nel mondo sotterraneo. Così, come il seme vive nel sottosuolo, per poi germogliare alla luce del sole e portare frutti, il ritorno di Kore sulla terra risveglia la natura e fa germogliare il grano.
Il mito di Demetra e Kore fu alla base dei misteri eleusini che rappresentavano il superamento della morte e la rinascita e in quest’ambito Kore diventa colei che dà la vita, fa germogliare e rinascere.
Il culto di Demetra e Kore praticato in Sicilia sin dal VI sec. a.C., fu diffuso a Morgantina fino al III sec. a.C. In città e nel suo territorio ove esistevano vari santuari e in particolare è stato individuato lungo un pendio fuori città un esteso santuario dedicato a Demetra strutturato su diversi livelli con sacelli che accoglievano simulacri delle dee anche di grandi dimensioni e offerte dei fedeli legati alla celebrazione dei riti, costituiti da statuette votive e oggetti di uso quotidiano.
Proprio da quest’area provengono le parti in marmo delle due Dee esposte nel Museo di Aidone. Le due teste con mani e piedi di marmo furono trovate nel 1979 da scavatori clandestini e vendute ad un collezionista americano che le prestò al Paul Getty Museum di Malibu. Qui nel 1986 un membro della missione archeologica americana di Morgantina identificò le sculture, grazie anche alla testimonianza di chi le aveva viste ad Aidone subito dopo il rinvenimento e fu possibile attribuire queste parti anatomiche ad acroliti di statue di Demetra e Kore databili al VI a.C. dimostrandone la provenienza.
Ciò portò nel 2002 il governo italiano a iniziare una trattativa con gli Stati Uniti, per riportare in Sicilia gli acroliti provenienti da Morgantina e finalmente dal 13 dicembre 2009 le due dee sono arrivate vicino al luogo del loro ritrovamento, nel Museo archeologico di Aidone ove possono essere ammirate.